Davide Cardamone ha il suo negozio di barbiere-parrucchiere in Corso Elvezia 3 a Lugano e da sempre aveva desiderio di fare un’esperienza di volontariato in Africa. Ha conosciuto AVAID tramite un cliente e ha deciso di cominciare un sostegno a distanza. Da quel momento Ibrahim ha cominciato a far parte della sua vita e dopo poco tempo ha potuto conoscerlo personalmente.
“Le cose da raccontare sarebbero tantissime: quello che ho visto, le persone che ho incontrato, le scoperte che ho fatto, ma mi viene semplicemente da riassumere tutto dicendo che ho trascorso i dieci giorni più belli della mia vita! Ho incontrato Ibrahim, che ha 9 anni, vive con i nonni, uno zio di 19 anni e la sorellina di 4. La mamma, che visita regolarmente i bambini, vive a Garissa, mentre il padre, da cui è divorziata da sei anni (era la seconda moglie) non si è mai occupato della famiglia.
Ho potuto dare dei corsi di parrucchiere ai ragazzi della Scuola professionale St. Kizito a Nairobi e vedere da vicino il lavoro dei collaboratori di AVSI/AVAID. Grazie!”
La famiglia di Mihaela e Giovanni Keller, di Riva San Vitale, due anni fa ha ricevuto la bella notizia che Micheline, la ragazza che sostenevano da anni, aveva concluso la sua formazione ed era in grado di lavorare e gestirsi da sola. Felici di questa notizia hanno voluto dare la stessa possibilità a un altro bambino. Così hanno cominciato il sostegno di Elija, che frequenta la scuola elementare “Little Prince” di Nairobi.
“Un giorno abbiamo ricevuto l’invito di AVAID con un titolo molto eloquente “Quest’anno non ti scrivo, ti abbraccio!” Avevamo quindi la possibilità di conoscere finalmente Micheline e Elija. Dopo alcune titubanze iniziali, abbiamo deciso di partire con tutta la famiglia convinti che sarebbe stata un’esperienza utile per tutti. Il primo giorno abbiamo incontrato Micheline ed è subito stato evidente come malgrado la distanza e pur non essendoci mai incontrati, quella ragazza era veramente parte della nostra famiglia, tanto che durante la visita alla scuola, Micheline si è occupata dei nostri bambini proprio come una sorella maggiore. La scuola è all’interno dello slum di Kibera, a Nairobi, dove regna una povertà inimmaginabile e da dove le famiglie, grazie al sostegno a distanza, hanno la speranza di poter uscire. Nella scuola abbiamo poi incontrato Elija, che timidamente ci ha mostrato la sua classe, il suo banco e presentato la sua maestra e la sua mamma. Sono stati momenti bellissimi che resteranno per sempre nei nostri cuori.”
Gabriele Fusini e la sua famiglia hanno ricevuto la scheda di Happiness nel 2003, dopo che a Natale avevano deciso per un sostegno a distanza con AVAID con una bimba di Kibera. Su quella prima foto Happiness appariva minuta e timida, con un vestito e delle scarpe troppo grandi.
“Oggi Happiness ha finito la sua formazione. È stato bello seguire il suo cammino, con le sue lettere che ci arrivavano ogni anno dove ci parlava della sua vita e con la meticolosa attenzione dell’educatore che ci raccontava accuratamente del suo crescere. Ringraziare AVAID non è puro formalismo perché abbiamo sperimentato cosa è accaduto ad Happiness e come ci ha coinvolti questa storia. Dalle prime emozioni a scuola, al dramma dei genitori senza lavoro, al sogno di diventare giornalista e poi le difficoltà scolastiche e il rilanciarsi verso una professione, sempre con entusiasmo e con immensa gratitudine verso di noi. Con così poco, una così grande gioia!”